Luigi Frigerio, nato nel 1953 e residente a Milano, ci ha fatto la cortesia di accoglierci in casa sua, di mostrarci la sua collezione e di rispondere a qualche semplice domanda riguardante la sua passione per questi “giganti” del Rock, che ci ha permesso di capire il trasporto e il coinvolgimento di un vero Fan.
- Come ha conosciuto la musica dei Beatles?
Nel 1967, quando avevo 14 anni, una mia amica venne a casa mia e mi fece ascoltare il disco dei Beatles “Sgt. Pepper Lonely Heart's Club Band” (1967, ndr).
Abituato ad artisti come Bobby Solo, Gianni Morandi, ecc. il disco non mi piacque e quei “cappelloni” vestiti in modo strano non mi attirarono affatto.
Solo un anno dopo, ma non so esattamente né perché né per come, mi trovavo a scrivere, nel mio stentato inglese, una lettera al Beatles Fan Club, descrivendomi come un ragazzo italiano di quindici anni desideroso di associarsi al loro Club.
L’anno seguente, ormai dopo essermi dimenticato di aver spedito quella lettera, mi tornò indietro dal Beatles Fan Club Italiano, che allora aveva sede a Cagliari in Sardegna, una busta e, con mia grande sorpresa, dentro trovai, oltre a tutta una serie di gadgets, una loro fotografia autografata e la mia lettera, sempre coi loro autografi originali, rendendolo un documento unico al mondo.
La mia tessera di associazione al Beatles Fan Club è la numero 163, valida per il periodo ottobre 1969 – ottobre 1970.
- Qual è stato il primo disco che ha acquistato?
Il primo LP (Long Play, ndr) dei Beatles che acquistai fu “Rubber Soul” (1965, ndr). Dal quel momento conquistai ad acquistare, compatibilmente con i soldi disponibili allora, tutto il materiale che riuscivo a trovare relativo ai “Fantastici 4”, ai “Feb Four”.
- A oggi, da cosa è composta la sua collezione?
Oggi mi trovo ad avere, oltre all’originale di tutti gli LP ed edizioni varie, 132 Cd dei Beatles come tali e di loro quattro come singoli, una quarantina di Dvd con la loro storia presa da ogni parte ed ogni angolo, una trentina di vecchi 45 giri con la copertina originale, che fanno bella mostra appesi alla parete in opportuni quadretti, più decine di altri tipi di gadgets. Sembrano tanti, ma in realtà è nulla rispetto a quello che nel mondo è stato fatto e pubblicato relativamente ai Beatles.
Ho ritagli di giornali dei settimanali di musica e cultura che in quegli anni che uscivano in Italia. Tra parentesi, oggi non ne è rimasto neanche uno: ci sono solo alcuni mensili specializzati; una volta c’erano tre, quattro settimanali che parlavano di musica in Italia. Sono andato a riprendermi quei vecchissimi ritagli di 30 e passa anni fa e mi ha fatto molta meraviglia rileggere come anche i giornalisti trattavano a quell’epoca quei fenomeni ed in particolare quello dei Beatles.
- So che è stato alla recente mostra dedicata ai Beatles che si è tenuta ad Aosta.
La mostra “Arrivano i Beatles. Storia di una generazione” è appena terminata. Per un Fan dei Beatles, collezionista di gadgets e dischi, la mostra è una cosa da impazzire. Ci sono infatti centinaia e centinaia di 45 giri e LP originali provenienti da tutto il mondo, manifesti, migliaia di gadgets dei più disparati: dalle scarpe da tennis ai bicchieri, alle cartoline, ai pupazzi, alle matrioske, alle saponette, alle automobiline, ai cosi detti “Picture disk”, quei 45 giri, Long Play, colorati che andavano così di moda fino a tutti gli anni ’80, e chi più ne ha più ne metta. C’è veramente da impazzire pensando a cosa significherebbe poter possedere tutte quelle meraviglie a casa e potersele guardare in ogni momento.
- Come ha reagito alla notizia dell’assassinio di John Lennon? Si ricorda ancora quei momenti?
(Capiamo subito dal suo volto e dal cambiamento di tono della sua voce come questa domanda rievochi tristi emozioni, anche dopo quasi trent’anni)
Ricordo ancora quando mi giunse la notizia della morte di John Lennon, del suo assassinio: ero in Corso Buenos Aires, stavo camminando e in una delle edicole notai un quotidiano della sera, che in quel periodo ancora uscivano, in cui compariva un titolo a caratteri cubitali che finiva per “nnon”. Automaticamente associai quelle lettere al nome di John Lennon; andai a comprare subito il giornale e con mia grande desolazione appresi la notizia della sua morte. Rimasi male per giorni, giorni e giorni. Ho cercato di ritrovare questo quotidiano tra le cose che ho conservato, ma non sono riuscito a trovarlo. Probabilmente una delle tante cose che, quando ero giovane, possedevo dei Beatles e che sono andate perse, perché allora c’era sì la mania di conservare tutto quanto loro riguardava, ma l’approccio non era certo quello metodologico, preciso e archivistico di adesso.
1 commento:
bel sito!!!continuate così!!!
pure la musica uuuuuuu
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